Ne parlava già Plinio il Vecchio, chiamandolo ‘vinum trebulanum’ e riferendosi ad un vino bianco prodotto a Capua ma secondo altri sarebbe di origini etrusche, di sicuro, dopo la colonizzazione romana dell’Italia, il Trebbiano è diventato un pilastro della viticoltura nazionale che ha attecchito un po' dovunque, dalla Toscana alla Romagna, passando per Umbria, Lazio ed Abruzzo. Senza dubbio si tratta di una grande famiglia perché quest’uva, viaggiando molto, ha assunto diverse caratteristiche a seconda del terroir di appartenenza ma, tendenzialmente, si tratta di un vino timido, non particolarmente aromatico ma dalla grandissima acidità, caratteristica che gli permette di raggiungere fascino, struttura e longevità, specialmente in Abruzzo dove, grazie all’altitudine, agli influssi marini e ai suoli rocciosi, raggiunge picchi di eleganza ed intensità difficilmente replicabili in altri luoghi. Indubbia poi è la sua versatilità a tavola: sposa sia il pesce fritto che grigliato, primi piatti con verdure, antipasti e carne di pollo e, nelle versioni più strutturate, si può azzardare perfino con i funghi!