Storicamente, il Dolcetto era coltivato nei migliori vigneti, appena al di sopra dei filari di Nebbiolo e la famiglia Vaira è rimasta fedele a questa tradizione, coltivando questo vitigno autoctono nel vigneto Ravera, tra quelli con la migliore esposizione. Questo vino, infatti, vuole essere un omaggio a questo meraviglioso e spesso, ingiustamente, bistrattato vitigno piemontese. Lavorato unicamente in acciaio, per non intaccare il varietale dell’uva, è un’espressione pura e succosa del Dolcetto, ideale per svariati abbinamenti, profondo, gioioso e godibilissimo, che segue alla lettera le parole dell’uomo che, più di tutti, ha creduto in quest’uva, Aldo Vaira, che di questo vitigno amava dire ‘se la gente sapesse quanto il Dolcetto è buono, digeribile, umanizzante, lo berrebbe tutti i giorni’.
Vivacissimo colore viola purpureo intenso, al naso si apre con ampi aromi di frutti di bosco, more di gelso e richiami vegetali, accanto a pepe bianco, spezie dolci e leggere sfumature aromatiche di timo fresco. Assaggio che è un’esplosione di golosità, data soprattutto dai ritorni del frutto, svela anche una magnifica freschezza che lo rende meraviglioso nella progressione gustativa. Particolarissima la chiusura che mostra una curiosa nota ammandorlata tostata.
Magnifico l’incontro con la tavola, esalterà pasta all’uovo, carni bianche ma anche rosse, specialmente alla griglia.