Primitivo Passitivo 2020 Paolo Leo

Un calice di sole

Correva l’anno 2007 quando un giovane enologo, Nicola Leo, decise di approfittare del forte sole salentino per produrre un Primitivo diverso, che potesse addolcire naturalmente il palato senza però risultare eccessivamente stucchevole. Assecondando la maturazione dell’uva, Nicola ottenne un vino da appassimento in pianta e questa tecnica, fattibile solo in annate particolarmente favorevoli, ha dato il via alla produzione del Passitivo, un Primitivo figlio di numerose accortezze; per tutto il periodo della vendemmia vengono effettuate campionature, prelevando acini da diversi grappoli e analizzandone la componente zuccherina. A metà agosto, quando la maturazione del frutto è ottimale, viene effettuato ‘il giro del picciolo’: si procede, tramite una piccola torsione, a ‘strozzare’ il gambo dei grappoli, in modo da bloccare il nutrimento degli stessi, inducendo così ad un appassimento naturale. I grappoli vengono lasciati così per circa 12 giorni, perdendo circa il 20-30% dei liquidi e, di conseguenza, concentrando aromi e gusto. Così si ottiene un vino particolare e buonissimo, nel quale si ritrovano tutte le caratteristiche originarie del Primitivo.

Colore rosso rubino molto intenso, al naso mostra innegabili aromi di frutta scura surmatura che ricorda la confettura di prugne e di more, amarene sciroppate e uva passa, insieme a toni dolci di stecca di vaniglia. Assaggio di grande corpo e struttura, si distingue per una tessitura tannica vellutata ed avvolgente che risulta ben bilanciata da una giusta freschezza. Pulito e lungo il finale dove ritorna, senza pietà, la dolcezza del frutto.

Ottimo con primi piatti conditi con sughi saporiti, preparazioni a base di funghi ma anche formaggi e salumi stagionati, è squisito con la carne di cavallo.

N.B. La bottiglia prevede una chiusura con tappo stelvin.

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