Cortese: vino elegante e dal carattere aristocratico
Tra i vitigni a bacca bianca più importanti del Piemonte, il Cortese, elegante e dal carattere aristocratico, rivestiva il ruolo di bacca di corte durante il Rinascimento: le prime tracce sembrano risalire al 1659 in una lettera che il fattore del Castello di Montaldeo scrisse al marchese Doria, lettera nella quale si faceva riferimento a ‘impiantamenti di viti tutte di Cortese’. La rinascita di questo vitigno, però, si deve a Mario Soldati, grande giornalista italiano, che, negli anni ’50, lo riscoprì, donando lustro all’uva e alla zona di Gavi, splendida cittadina fortificata in provincia di Alessandria ed epicentro per la coltivazione del Cortese che qui, nel 1998, si elevò al rango di DOCG. I viticoltori vecchio stampo affermano che questo vitigno ami affondare le sue radici su terre bianche e rosse, perfette per esaltare le sfumature fruttate dell’uva, come la zona di Tortona e la sponda destra del Tanaro, la provincia di Asti e le colline che vanno da Ovada fino a Nizza Monferrato. Numerosi ettari sono presenti anche in Veneto e nell’Oltrepò Pavese con spunti interessanti. Grande concentrazione zuccherina, basso grado alcolico e un’elevata acidità sono le caratteristiche principali che il Cortese offre ai suoi estimatori, ammiccando dal calice con un pantone di paglierino-oro-verde e con i suoi delicati aromi di margherita, frutta esotica e gelsomino. Dal gusto sempre equilibrato e con una stuzzicante nota sapida il Cortese è perfetto per aperitivi e antipasti magri, con il sushi e con il pesce azzurro; nella sua zona d’elezione, però, l’abbinamento è con i tajarin al tartufo, un piatto di pasta all’uovo insaporito con tartufo, burro e parmigiano.