Il luogo in questione è sacro, perché qui si sono scritte alcune delle pagine più importanti del vino di Montalcino e si è assistito ad un vero e proprio gioco di prestigio. È inutile parlare di legni, vinificazioni, affinamenti, premi: non c’è modo di svelare il mistero e la magia che unisce, a filo diretto, Biondi-Santi con il Sangiovese. Per quel che riguarda questo Rosso di Montalcino, alcuni lo definiscono un piccolo Brunello perchè proviene dai vigneti più giovani della celebre Tenuta Greppo, con piante di età media tra i 5 e i 10 anni e un affinamento, in rovere di Slavonia, più breve del ‘fratello maggiore’: ‘solo’ 12 mesi. Ci sono cose che non si possono spiegare, succedono e basta. E questa è una di quelle, ancora una volta un’etichetta che passa alla storia, semplicemente perfetta nella sua semplicità.
Colore rosso rubino concentrato, ha naso che profuma di rosa e peonia, con ciliegia in confettura e cenni minerali. All’assaggio progredisce con compostezza ed austerità, sostenuto da una buona freschezza e da una giusta sapidità, con persistenza sussurrata e una decisa percezione ferrea. Garbo d’altri tempi, come pochi gentiluomini al mondo.
Con maialino arrosto al rosmarino, pici al ragù di selvaggina ma anche spezzatino di cinghiale.